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Carneigra
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Stampa e recensioni

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Blow Up magazine

su A Vita Bassa dei Carneigra

 Vorremmo che tutti i gruppi che nascono con una matrice cantautorale seguissero il percorso dei carneigra. Ovvero non accontentarsi del solito schema, cercando invece di espandere i propri orizzonti musicali verso nuove frontiere. Basta un po' di coraggio ed intelligenza per farcela. (Bizarre) 

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La Sicilia

su Livia

 È come guardarsi allo specchio e vedere riflessi i volti di mille persone e più, uguali a te eppure diversi. Una sorta di magia al femminile capace di travolgere chiunque avesse avuto l'accortezza di ascoltare quelle parole sussurrate dalla voce gentile ed insicura di una giovane donna. Questo e altro ancora è “Livia” di Silvia Paoli. Parole e suoni che hanno mandato in delirio il pubblico del Vittoria Colonna 

carneigra

Rumore

su A Vita Bassa dei Carneigra

 La band usa il suono per descrivere stati d'animo, in un disegno che ha del visionario. Musica di sapore mediterraneo, a spasso tra folkrore, sperimentazione, rumorismi, avanguardia, schizzofrenie jazz e persino accenti reggae. Ma che siano ritmi tangheggianti, ossessioni industriali o ballate folk, ogni nota trova la giusta collocazione. 

ARTISTI

Il team che ha dato vita all'Associazione Culturale MU.TE

Francesco Canavese

FRANCESCO CANAVESE

chitarrista, performer

Chitarrista ed esperto di informatica musicale.

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SILVIA PAOLI

attrice, regista, autrice

Regista di teatro lirico e di prosa, attrice e drammaturga teatrale.

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EMILIANO NIGI

cantante, autore

Cantante e didatta della voce, leader della formazione Carneigra

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LUISA GIUSTI

light designer

Tecnico e disegnatore luci per i nostri spettacoli.

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l'Associazione Culturale MU.TE

nasce dall'amicizia e dal desiderio di lavorare insieme di due attori un tecnico luci e due musicisti: Andrea Macaluso, Silvia Paoli, Luisa Giusti, Francesco Canavese ed Emiliano Nigi.

Si costituisce formalmente a Gennaio del 2013 ma il gruppo di lavoro nasce diversi anni prima, nel 2008, da un incontro tra Silvia Paoli e Francesco Canavese per il loro primo spettacolo teatrale, LIVIA – facciamocheioeromortatueriunprincipemidaviunbacioerivivevo, di cui Silvia Paoli è autrice ed interprete insieme a Francesco Canavese che accompagna musicalmente dal vivo. Nel tempo lo spettacolo è cresciuto avvalendosi della collaborazione di Luisa Giusti per il disegno luci ed Emiliano Nigi per il suono e dal 2009 gira in teatri di tutta Italia: oltre che in Toscana LIVIA è andato in scena in Trentino, Emilia Romagna, Umbria, Marche, Sardegna, Sicilia, fino alle più recenti repliche per la Fondazione Toscana Spettacolo e il Teatro Puccini di Firenze. LIVIA, primo vero lavoro di Silvia Paoli come autrice, ha sempre conquistato tipologie eterogenee di pubblico con la sua semplicità e poetica simpatia. Dopo questo primo lavoro, che ancora oggi è vivo ed attivo, Silvia Paoli si cimenta nella scrittura di un nuovo testo, BUCCE, che debutterà a Firenze nel Dicembre 2012. Questo lavoro coinvolgerà Andrea Macaluso, che insieme a Silvia Paoli e Francesco Canavese curerà la messa in scena del testo firmandone la regia. Inoltre MU.TE promuove il progetto musicale CARNEIGRA, fondato più di dieci anni fa da Emiliano Nigi e con all'attivo la produzione di quattro dischi e svariate esibizioni dal vivo in tutta Italia, che vede nella più recente formazione l'introduzione di Francesco Canavese alla chitarra, Daniele Paoletti alla batteria e Mirko Capecchi al contrabbasso.
...ma anche per immagini silenziose, subacquee, cambi di stato... L'associazione si propone di sperimentare un linguaggio che coinvolga e scombini musica e teatro, che parta da una base “pop” (intesa come popolare nel senso più autentico, di radice, realtà, contingenza di terre e linguaggi) e allacci poi alla vecchia che canta in ottavine quel filo di elettronica che magari l'avvicina alla nipote... MU.TE rivendica l'importanza di una base da cui partire, la potenza delle origini che siano teatro di prosa, Commedia dell'Arte, canto popolare, stornelli e filastrocche per poi capovolgere, aggiungere, aggiustare e parlare con un linguaggio che si presenti nuovo non nel senso di incomprensibile ma semplicemente di più vicino a noi, alla nostra sensibilità e realtà contemporanee. In un certo senso rivendichiamo il bisogno dell'artigianato contro il centro commerciale o la bottega vintage che dell'usato non ha più nemmeno l'odore. Gli spettacoli comportano quindi una parte musicale importante (non accompagnamento ma drammaturgia) e parallelamente i concerti hanno un impatto visivo di tipo teatrale, raccontando storie che tanto assomigliano a brevissimi intermezzi recitati.. Insomma, lo scopo è una vicendevole contaminazione e la ricerca di un linguaggio di convivenza e comunicazione che non annoi, non escluda, ma comprenda il pubblico e magari lo accompagni da qualche parte, suggerisca un'alternativa che faccia venir voglia. Di curiosare, andare, farsi domande, cambiare. Appunto.